Buonisti e sinistra, ecco perchè siete delle merde!




Lasciate che vi racconti un’esperienza personale di quand’ero ancora un ragazzo di 17 anni e che ha molto a che fare con l’ipocrisia di questa vergognosa sinistra mondialista, storica odiatrice dell’Italia e soprattutto ostile agli italiani.

In quest’era del “buonismo” ipocrita, mi viene in mente che da napoletano ho dovuto subire vergognose angherie nella terra di Toscana. Pochi sanno il vero splendore di Napoli, ancor meno dell’abissale divario di prosperità e progresso che ha prevalso per oltre un secolo tra il Regno di Napoli ed il resto dell’Italia (ancor di più col resto d’Europa). Nella devastante e criminale unificazione, tutto il resto d’Italia riuscì a racimolare appena un terzo di quanto fu depredato al Regno del sud. Le industrie, la cultura, le università, la scienza, l’innovazione erano nel cosiddetto mezzogiorno e non al nord. Le ricchezze messe dal Regno dei Borbone furono quasi il 70% dell’intera nazione, la Toscana se la cavò con appena un 3% e la Lombardia con misero 1,2%. Qualche nobile e radicale di allora considerava (giustamente) tali invasori e predatori dei veri pezzenti, nonché avidi invidiosi verso la grande Napoli di allora.

Eppure in Toscana, terra in cui è nato il comunismo italiano, mi son sentito dire terrone, colera e cose peggiori, da emeriti sconosciuti (soprattutto imbecilli) accecati da stupidi pregiudizi; nonostante fossi di famiglia “bene” come si dice. Mio padre, uomo pacato e dai modi gentili che parlava correttamente quattro lingue, era un noto e rispettato albergatore, un ex direttore di alberghi di lusso che, insieme a Luigi Carnacina, aveva contribuito a creare le basi e la cultura di quella che oggi viene definita “la scuola dell’ospitalità e alberghiera italica”. 

Nel ’78 i miei genitori rilevarono un hotel in Grosseto e ciò mi costrinse a fare da spola tra Grosseto, Napoli e Londra, sia per studi che per lavoro. I miei fratelli minori un giorno, tramite un custode, mi chiamarono dalla loro  scuola elementare piangendo (due vivacissimi gemellini) dicendomi «Carlo corri qui ci offendono e ci han messi da soli in fondo alla classe perchè siamo napoletani». Confesso che da ragazzo ero molto “fumino” come si dice qui in Maremma, e dovettero chiamare i vigili per il “disordine” che ne conseguì.
I vigili del “paesiello” arrivarono quasi immediatamente; quest’ultimi si trovarono al cospetto di una scena che poteva essere intesa tra il comico ed il surreale. Il preside si era nascosto accovacciato dietro alla lavagna, mentre il "maestro campanilista” (oggi la Boldrini lo chiamerebbe rassista, fascista) stava immobile con le spalle al muro, mentre io (fatto con cui mi “giustificai” anche con le Guardie) gli misuravo semplicemente l’ampiezza delle guance con il palmo della mia mano ben aperta; ad ogni “misurazione” lasciavo miracolosamente la stigma del mio palmo sul suo viso.

Fu una bravata che per fortuna si concluse in modo pacifico. La scuola si scusò con la mia famiglia, mentre io me la cavai con una tiratina d’orecchie e con le scuse che porsi però solo ai miei genitori. Mio padre oltre ad una punizione, mi strappò la promessa che mi sarei comportato in modo esemplare in quella comunità, cosa che cercai di fare. Quell’impegno mi fu poi premiato con alcuni riconoscimenti di cui ancora oggi ne vado fiero.

Questo è solo un piccolo esempio che cerca di rappresentare lo stato d’animo di un italiano meridionale al cospetto di tutto questo finto amore e buonismo volto ad immigrati sconosciuti e distruttivi per il nostro Paese. Frutto di un’ipocrisia di cui a noi meridionali sarebbe invece bastata anche nella misura dell’1%.
È impossibile che quei pregiudizi che allora si manifestavano verso i meridionali siano oggi miracolosamente svaniti. Anzi questo dimostra che l’odio della sinistra verso l’Italia è più forte di ogni loro istinto. Stanno esponendo le nostre future generazioni al terrorismo più becero della storia e ad un fanatismo di chi oltre a non volersi integrare, mira a dominare ciò che gli italiani hanno costruito per i loro figli (ai nostri: italiani, laddove non occorre l’abominio dello IUS SOLI).

L’emergenza immigrati è un’emergenza nazionale e non della sinistra. E’ lo Stato che stanzia miliardi e miliardi sottraendoli ai cittadini per finanziare questo disastro generato dalla stessa sinistra. Ormai i numeri sono chiari e noti, il 90% dei migranti non sono profughi e non scappano da nessuna guerra. Sono CLAN-DE-STI-NI!!!
Vengono anzi, finanziati e deportati qui per farla a noi la guerra. Tutto ciò è criminale. Chiedo che da oggi sia lo Stato direttamente a gestire la prima accoglienza, disponendo le caserme (ad oggi vuote) e la logistica del genio militare. Sono certo che i tempi per riconoscere chi ha diritto di restare e chi no si riducano più veloci della luce (ogni giorno che i clandestini restano nei CdA portano centinaia di milioni a Coop e finte onlus). E soprattutto verranno meno i bivacchi di fannulloni che, anzi, invece di stare al bar tutto il giorno con lo smartphone a guardare i video della Jihad o campionati di decapitazioni, potrebbero magari fare qualcosa di utile per le caserme e giustificare il loro inspiegabile soggiorno in casa nostra.

E’ un’emergenza dello Stato e i soldi sono dei cittadini. L’Italia è degli italiani, che piaccia o no alla sinistra. Lo IUS SOLI è un attentato alla sicurezza del Paese. Il fallimento di queste aperture ce lo ricordano ogni giorno gli attentati di Parigi, Londra, Monaco, Nizza, Manchester ecc. Basta ipocrisie, basta business degli immigrati. 


La sinistra si mostra come al solito falsa; nelle piazze sono buonisti con le bandiere idiote dell’arcobaleno (comprategli dal crudele Soros), ma una volta presi i nostri soldi (4 miliardi all’anno) trattano i migranti come bestie e polli da allevamento, chiusi nelle loro fatiscenti gabbie che si ostinano ancora a chiamare Centri di accoglienza!!

Carlo Botta
Twitter @BottaAdv



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